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Scala 4.0: a un anno dall’apertura un primo bilancio

Un convegno, il 25 novembre, per fare il punto sull’esperienza del padiglione ristrutturato grazie a Fondazione Spedali Civili.

Alla fine di novembre del 2021 entravano in funzione i primi reparti di Scala 4.0, il Centro Covid-19 realizzato grazie alle donazioni ricevute da Fondazione Spedali Civili e allo spirito di servizio con cui un gruppo di professionisti si è impegnato gratuitamente per dare vita alla Cooperativa ‘Per Brescia’ che ne ha consentito la ristrutturazione. Per tracciare un primo bilancio l’Asst Spedali Civili e Fondazione Spedali Civili hanno organizzato un convegno che si terrà giovedì 25 novembre nell’aula magna del Liceo ‘Guido Carli’ (ore 17.30 via Stretta, 175, Brescia).

Dopo i saluti istituzionali di Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili e Massimo Lombardo, direttore generale dell’Asst Spedali Civili, si terrà una Tavola rotonda a cui parteciperanno: il dottor Cristiano Perani, direttore F.F. UOC Pronto Soccorso, Bed Manager Aziendale ASST Spedali Civili; il dottor Mauro Novali, della Pneumologia Endoscopica e Pneumologia Covid; il professor Massimo Salvetti, responsabile Medicina di Urgenza e Covid Medicina 2; il professor Frank Rasulo, direttore della Scuola di Specialità in Anestesia e Rianimazione e Responsabile Terapia Intensiva Covid; Sonia Truffelli, coordinatrice infermieristica Scala 4.0 e il professor Alessandro Padovani, direttore UO Neurologia 2 e Responsabile UO Covid C.

Con una lectio magistralis dal titolo «Covid-19: fattori di rischio genetici e immunologici e risposta al vaccino» chiuderà il pomeriggio di lavori, in collegamento dagli Stati Uniti,  il professor Luigi D. Notarangelo, chief, Laboratory of Clinical Immunology and Microbiology – National Institute of Allergy and Infectious Diseases – National Institutes of Health (NIH).

L’evento sarà trasmesso in streaming sul canale ufficiale YouTube dell’Asst Spedali Civili. Per l’ingresso è necessario essere in possesso di Green Pass in corso di validità. Per permettere i necessari controlli si prega di presentarsi 30 minuti prima dell’inizio dell’evento.

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Come fare per rivolgersi all’Help Line

Chiunque può rivolgersi al servizio chiamando negli orari e ai numeri sotto indicati

Lo sportello di Help Line è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17.

I recapiti telefonici sono:

per il territorio che fa riferimento agli Spedali Civili: 333.6170344, ;

1° Cps: 334.1538938;

3° Cps: 334.1538911;

2° e 4° Cps: 334.1538955.

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Help Line e Covid-19: i numeri dello sportello

Il bilancio dello sportello Help Line, finanziato da Fondazione Spedali Civili

Nei giorni scorsi si è celebrata la Giornata mondiale della salute mentale, occasione per fare un bilancio del servizio di telemedicina in psicologia, diretto alla popolazione e ai dipendenti dell’Asst Spedali Civili, e finanziato da Fondazione Spedali Civili. All’Help Line si sono rivolte, nei primi mesi del 2021, 549 persone per un totale di 3.560 prestazioni

«I numeri del primo anno di attività dello sportello Help Line attivato dall’Asst Spedali Civili con il finanziamento di Fondazione Spedali Civili confermano la lungimiranza della decisione presa lo scorso anno». Così Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili, commenta il report dell’attività svolta nel 2020 e nel 2021 dal servizio di telemedicina in psicologia clinica e del benessere psicologico. Dal 1° di ottobre dello scorso anno, Fondazione ha messo a disposizione l’importo necessario per il reclutamento di tre psicologi-psicoterapeuti dedicati a questa attività, per 75 ore settimanali. Uno sportello che, da quando è stato possibile, si è arricchito, oltre che dei consulti telefonici e in videochiamata, anche di un servizio di ambulatori esterni.
Rivolto in prima battuta ai pazienti colpiti da Covid-19, ai loro famigliari e agli operatori sanitari, l’Help Line è diretto comunque a tutta la popolazione. Nei primi nove mesi di quest’anno sono stati 226 i dipendenti dell’Asst che si sono rivolti all’Help Line, per un totale di 1.289 prestazioni erogate (erano stati rispettivamente 290 e 925 nel 2020). Nello stesso periodo del 2021, 133 fra pazienti colpiti da Covid e famigliari hanno chiamato i numeri dello sportello, 1.203 il totale delle prestazioni (nel 2020 i numeri erano 152 e 545). Le consulenze psicologiche nei diversi reparti sono poi state, da gennaio a settembre 2021, 84 e 344 (28 e 128 i numeri relativi al 2020). Quest’anno con il migliorare della situazione dell’epidemia si sono poi potute incrementare decisamente le attività anche negli ambulatori esterni. Gli psicologi dedicati all’Help Line, grazie al sostegno di Fondazione Spedali Civili, hanno così incontrato 106 persone per un totale di 724 prestazioni erogate (erano state rispettivamente 8 e 18 nel 2020).
«La grave emergenza sanitaria causata dal Covid – sottolinea Maria Angela Abrami, responsabile dell’Unità di Psicologia clinica e del benessere psicologico dell’Asst Spedali Civili – ha determinato situazioni di forte stress psicologico, fino addirittura a slatentizzare veri e propri disturbi e patologie. Disturbi che possono persistere anche molto a lungo nel tempo nonostante la situazione sia oggettivamente meno drammatica. L’impatto globale dell’attuale pandemia da SARS-CoV2 sulla salute pubblica è senza precedenti: come denunciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, la condizione mentale e il benessere di intere società sono gravemente colpite e rappresentano una priorità da affrontare».
«La salute mentale è importante tanto quanto quella fisica e il Covid ha provocato danni sia a livello fisico che psicologico – conclude Marta Nocivelli -. Anche per questa ragione il progetto Help Line sarà sostenuto per un altro anno da Fondazione Spedali Civili».

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Pubblicato il Bilancio Sociale dell’anno 2020

Pronto il Bilancio Sociale dell’anno 2020, oltre 40 pagine che danno conto delle tante attività di Fondazione Spedali Civili

Nell’apposita sezione (dal menu scegliere la voce Fondazione e proseguire la navigazione in Bilanci) è stato pubblicato il Bilancio Sociale dell’anno 2020. Dodici mesi nei quali abbiamo messo in campo numerose attività sia per affrontare l’emergenza Covid, che per supportare progetti socio-sanitari e di ricerca.
Nel volume, disponibile anche in formato cartaceo, oltre al bilancio, è dettagliatamente descritto quanto è stato realizzato a favore dell’Asst Spedali Civili grazie alle numerosissime donazioni che Fondazione ha ricevuto in un periodo di grande emergenza, mai fino ad ora vissuto.

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Arriva al MO.CA la mostra «La cura in uno sguardo»

Dopo essere stati esposti nella Galleria dei quadri degli Spedali Civili l’installazione è stata inaugurata al Centro per le nuove culture di via Moretto a Brescia

Esprimersi con gli occhi, quando ogni altra parte del corpo è coperta da tute, mascherine, visiere che non consentono di comunicare se non attraverso uno sguardo. Proprio negli sguardi dei tanti infermieri, medici, operatori che si sono prodigati senza sosta nei mesi più duri dell’epidemia di Covid-19, è racchiusa l’essenza del ‘prendersi cura’. Una sola inquadratura moltiplicata per i volti di tanti operatori sanitari … 16 scatti, dove a parlare sono le espressioni degli occhi, più eloquenti di molte parole.
«Sono stati mesi molto difficili, che hanno segnato e cambiato le persone. Ci siamo accorti di quanto fosse importante la nostra presenza per i malati, isolati e che non potevano parlare con nessuno, spesso sedati, intubati o con ventilatori meccanici – ricorda Giuseppe Milesi, cardiologo dell’Asst Spedali Civili e per passione fotografo – da questo è nata la richiesta ai miei colleghi di guardare nell’obiettivo pensando ai pazienti di cui si prendevano cura».

La mostra, che è stata inaugurata venerdì 25 al MO.CA – Centro per le nuove culture (via Moretto 78 Brescia) alla presenza di Marta Nocivelli, presidente Fondazione Spedali Civili, Giuseppe Milesi, cardiologo Asst Spedali Civili, Anna Gussoni, referente MO.CA per Brescia Infrastrutture, è stata allestita grazie al contributo di Fondazione Spedali Civili. «La Fondazione ha lo scopo di raccogliere fondi per realizzare progetti che garantiscano un’assistenza sanitaria di eccellenza e migliorino il livello delle cure dedicate ai pazienti, facendo da tramite tra la generosità dei cittadini e l’Asst Spedali Civili – ricorda la presidente della Fondazione, Marta Nocivelli -. Attraverso la presentazione di questi scatti la Fondazione ha voluto testimoniare un messaggio di vicinanza a tutti gli operatori che si impegnano quotidianamente per la salute della collettività. Perciò abbiamo scelto di sostenere questo progetto artistico: lo sguardo dei professionisti, attraverso quello di un collega».

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Fondazione e BCC del Garda insieme: su Teletutto il servizio

Anche Teletutto parla nel telegiornale dei progetti realizzati per l’ospedale di Montichiari

Alla conferenza stampa che si è svolta nell’Aula Magna del presidio ospedaliero di Montichiari era presente anche Loredana Taffelli, giornalista di Teletutto. Sul canale YouTube di Fondazione Spedali Civili potete vedere il servizio realizzato, cliccate qui.

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Ecco i progetti per l’Ospedale di Montichiari

Grazie alla raccolta fondi avviata da BCC del Garda, Fondazione ha potuto realizzare diversi progetti

Progetto accessi vascolari

Nel presidio di Montichiari è stato avviato e coordinato dal Servizio Anestesia il progetto relativo agli accessi vascolari, nato dall’esigenza delle unità operative di una corretta valutazione per l’impianto di devices come i minimidline, i midline e i Picc. Inserire il catetere per le flebo con monitoraggio ecografico serve ad evitare che si sviluppino ematomi che chiudono le vene del braccio, ciò consente di mantenere sane le vene stesse perché una volta ostruite non sono più utilizzabili e rendono sempre più difficile trovare accessi venosi liberi. L’ecografo, oltre ad essere un presidio necessario per qualsiasi tipologia di catetere vascolare a media e lunga permanenza durante l’emergenza Covid, si è rivelato necessario anche a scopo diagnostico-terapeutico, per i pazienti ricoverati (Ecocardiogramma, Ecografia vascolare – arti inferiori, tronchi sovraaortici – Ecografia addome). Questo strumento è stato, inoltre, utilizzato nell’ambito della ricerca clinica, in particolare riguardo agli studi eseguiti focalizzati sulla casistica di polmoniti da Sars-Cov-2, che si sono tradotti in varie pubblicazioni scientifiche.

Progetto Cardiologia

Durante l’emergenza sanitaria in Cardiologia è stato necessario dotarsi di un ulteriore elettrocardiografo. Si è così deciso per l’acquisto di un device di ultima generazione che ha permesso di ottenere un deciso miglioramento in termini di velocità d’esecuzione, qualità del referto e possibilità di archiviazione, contribuendo così a rendere più efficace ed efficiente, a tutte le unità operative e i servizi dell’Ospedale di Montichiari, la gestione della pandemia.

Progetto Virologia Covid-19

Nella fase più critica dell’emergenza sanitaria è stato necessario incrementare la capacità di processare i diversi campioni per infezione da Sars-CoV-2 che arrivavano alla sezione di Virologia Covid-19 del Laboratorio analisi. Per impostare un’azione di raccolta, conservazione e stoccaggio coordinata è stato essenziale dotarsi di un congelatore verticale, che raggiungesse i -80° e le cui caratteristiche tecniche rispondessero alle raccomandazione dell’Istituto superiore di sanità. E’ stato inoltre indispensabile dotarsi anche di una ‘Cappa di sicurezza biologia di Classe 2’ per consentire che la sezione Virologia Covid-19 potesse essere accreditata per la ricerca del Coronavirus.

Progetto Blocco Operatorio

L’Ospedale di Montichiari, inaugurato nel 1986, dispone di 4 sale operatorie polivalenti con relative sale di preparazione e risveglio, che garantiscono circa 4.000 interventi l’anno. Alcuni degli arredi e delle attrezzature presenti non rispondevano più ai requisiti oggi richiesti, l’intero blocco operatorio è stato, quindi, ripensato, analizzando e valutando obiettivi e possibili soluzioni. Si è deciso di farlo utilizzando un modello di progettazione partecipata che, coordinato da un ingegnere, ha visto l’attiva partecipazione del personale. E’ stata, inoltre, acquistata una nuova colonna artroscopica per la Sala di Ortopedia e Traumatologia, indispensabile per eseguire interventi di chirurgia mininvasiva ai quali si sono aggiunti, in questi ultimi mesi, gli interventi del nuovo servizio di chirurgia mininvasiva dell’arto superiore.

Progetto Medicina generale

La Medicina generale, dove annualmente vengono ricoverati circa 1.500 pazienti, si trova al quinto piano dell’ospedale ed è divisa in due sezioni con una disponibilità di 54 posti letto. Durante il periodo dell’emergenza Covid-19 il numero dei posti letto è stato aumento a 60 ed è risultata evidente l’importanza di poter disporre di spazi dedicati, arredi idonei alla sanificazione, postazioni di lavoro più funzionali e che consentissero agli operatori di mantenere un corretto distanziamento. Anche in questo caso le modifiche realizzate sono state elaborate secondo un modello di progettazione partecipata. L’acquisto di nuovi arredi ha permesso di avere un distanziamento sociale adeguato con postazioni di lavoro diversificate e locali più organizzati e funzionali.

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Fondazione e BCC del Garda insieme per l’ospedale di Montichiari

Presentati in conferenza stampa i progetti realizzati per il presidio della Bassa Bresciana

L’Ospedale di Montichiari è un presidio dell’Asst Spedali Civili di Brescia che si rivolge a un ampio territorio, è il riferimento dei medici di medicina generale e, con i suoi percorsi dedicati, ha una chiara vocazione per la gestione di pazienti fragili e/o anziani.

Durante il periodo più critico della pandemia di Covid-19, la Fondazione Spedali Civili si è fatta promotrice ed è stata il collettore delle donazioni dei moltissimi bresciani, ma non solo, che hanno voluto dimostrare tangibilmente la loro vicinanza ai nostri ospedali (Spedali Civili, Ospedale dei Bambini, Gardone Val Trompia e Montichiari) e a tutti gli operatori che si stavano instancabilmente prodigando per affrontare un’emergenza mai vista prima.

A partire dalla seconda metà di marzo 2020 dalla Banca di Credito Cooperativo BCC del Garda, la cui sede è a Montichiari e che da sempre opera in sinergia con le realtà del territorio, è nato un autonomo movimento di generosità, che su di un conto corrente intestato alla Fondazione ha fatto affluire le erogazioni liberali del territorio monteclarense, da destinare all’Ospedale di Montichiari. Il presidio aveva necessità urgenti, si è trattato quindi di un intervento particolarmente tempestivo e prezioso.

Il risultato dell’appello della BCC del Garda ha portato alla raccolta di oltre 271.000 euro. “Lo scorso anno, a inizio pandemia, abbiamo promosso l’iniziativa ‘Un aiuto per la vita’ in collaborazione con la Fondazione Spedali Civili a sostegno dell’Ospedale di Montichiari – ricorda Franco Tamburini, presidente della Banca di Credito Cooperativo del Garda -. BCC del Garda ha fatto una donazione immediata di 50.000 euro, subito seguita da quella di Garda Vita (con altri 5.000 euro), ma oltre a ciò ha attivato un circuito virtuoso di solidarietà, condivisione e partecipazione collettiva tale per cui molti cittadini hanno raccolto il nostro appello». «Durante i periodi più critici della pandemia – prosegue Tamburini – abbiamo operato in modo lucido e incisivo a sostegno della nostra economia locale, in un contesto emergenziale. La nostra Banca ha mostrato di resistere e di essere flessibile, facendo leva sulla propria identità originale come chiave di efficienza e competitività. Lo abbiamo fatto perché da sempre ci sentiamo parte attiva con il dovere di introdurre azioni, servizi e progetti finalizzati a rispondere ai problemi contingenti della nostra comunità».

La Fondazione si è, quindi, immediatamente attivata per trasformare le donazioni in materiali sanitari: «In accordo con la direzione generale dell’Asst Spedali Civili e la direzione sanitaria del presidio – spiega Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili – sono state individuate 3 linee di intervento che avrebbero beneficiato della raccolta fondi. La Fondazione si è così incaricata di acquistare forniture per l’emergenza sanitaria in corso, per il blocco operatorio e per l’unità operativa di Medicina generale».

Nell’immediatezza sono state comperate migliaia di mascherine FFP2, un migliaio di maschere per ventilazione CPAP, saturimetri, monitor, una sonda ecografica, un congelatore e una cappa a flusso laminare per il laboratorio di analisi. Per quel che riguarda il blocco operatorio sono stati riarredati i locali delle pre-sale, dell’interno sala e della sala pre-anestesia. E’ stata installata una nuova colonna artroscopica per la Sala di Ortopedia e Traumatologia ed è stata sostituita la lavaferri indispensabile per la sterilizzazione degli strumenti. Infine, per poter migliorare e mantenere la qualità dell’attività della Medicina generale era necessario rinnovare i locali dedicati e implementare la dotazione con l’acquisizione di nuovi arredi. In particolare è stata creata una nuova organizzazione dei locali di lavoro condivisi (box medici-infermieri) rispettosi delle necessità di distanziamento sociale.

«In questi lunghi mesi di pandemia, i bresciani hanno dimostrato una generosa solidarietà, che ha permesso all’Asst Spedali Civili di fronteggiare l’emergenza con risorse adeguate, dando risposte tempestive a esigenze sempre mutevoli – ricorda il direttore generale dell’Asst, Massimo Lombardo -. Un segno concreto di questa generosità sono le donazioni dei cittadini del territorio monteclarense: per il tramite della BCC del Garda i fondi raccolti sono stati canalizzati su specifici progetti individuati dalla Fondazione Spedali Civili, in sinergia con la direzione medica del Presidio di Montichiari. Spaziano dalla fornitura di arredi, all’acquisto di strumentazione tecnologica: un ampio ventaglio di interventi che dimostra, ancora una volta, quanto la sinergia tra tessuto sociale, imprese e istituzioni sia la forza di questo territorio».

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Fondazione Spedali Civili e Fondazione Golgi insieme per la ricerca

Le due fondazione finanziano un progetto di ricerca sulle malattie immunitarie e per lo sviluppo di terapie personalizzate.

Si tratta di un’importante prima collaborazione fra le due realtà che promuovono la ricerca scientifica in campo medico. Il progetto verrà presentato il 7 di giugno in occasione del conferimento dei premi per tesi di specializzazione della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Univesità di Brescia sul Covid 19. La cerimonia di premiazione e l’illustrazione dei progetti si tiene al Salone Apollo del Rettorato dell’Ateneo bresciano. Lo studio, guidato dalla biologa Manuela Baronio, a lungo assegnista di ricerca all’Istituto di Medicina Molecolare «A. Nocivelli» e oggi in forza al Laboratorio di Diagnostica e ricerca medica dell’Università degli Studi di Brescia, si propone di verificare la possibilità di utilizzare farmaci sperimentali per la cura di una malattia rara: la APDS1, all’interno di uno studio internazionle. L’inclusione della Clinica Pediatrica dell’Asst Spedali Civili nel gruppo di ricerca internazionale è stato possibile grazie al fatto di essere stata riconosciuta a livello europeo come centro di eccellenza per le immunodeficienze, le malattie autoinfiammatorie e autoimmuni.

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La campagna per il 5×1000 sui quotidiani

Donare il 5×1000 a Fondazione Spedali Civili significa dare una mano a tutti noi

Durante il mese di maggio e giugno la Fondazione Spedali Civili ha promosso una campagna di comunicazione sui quotidiani della nostra provincia per sensibilizzare i bresciani sull’opportunità offerta dal 5×1000. I messaggi invitano a scegliere la Fondazione per le donazioni, un gesto che non costa nulla, ma che per ricerca, cure e progetti negli ospedali bresciani: Spedali Civili, Ospedale dei Bambini, Gardone Val Trompia e Montichiari vogliono dire molto.

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Il progetto Identify su Teletutto

Anche nel telegiornale di Teletutto si parla del progetto Identify. Finanziato da Fondazione Spedali Civili e dal Rotary di Brescia per individuare recidive nel tumori testa-collo

Il notiziario della televisione bresciana ha dedicato un servizio al progetto sostenuto dalla Fondazione e che mira a individuare, prima che ve ne sia evidenza negli esami strumentali, eventuali recidive nei tumori-testa collo. La ricerca è guidata dalla ‘Head and Neck Unit’ degli Spedali Civili insieme all’Istituto di medicina molecolare Angelo Nocivelli, all’Università degli studi di Brescia e all’Università degli studi Milano Bicocca.

Guarda il servizio sul nostro canale YouTube. Clicca qui

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Al via lo studio Identify, lo guida la Head and Neck Unit del Civile

Grazie al sostegno di Fondazione Spedali Civili e del Rotary di Brescia, al via uno studio per identificare marcatori specifici dei tumori testa-collo.

 

Si è tenuta una conferenza stampa per presentare il progetto di ricerca guidato dalla ‘Head and Neck Unit’ degli Spedali Civili insieme all’Istituto di medicina molecolare Angelo Nocivelli, all’Università degli studi di Brescia e all’Università degli studi Milano Bicocca. Alla conferenza hanno preso parte Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili; Paolo Bossi, professore associato di oncologia medica Università degli Studi di Brescia; Cesare Piazza, direttore UOC otorinolaringoiatria ASST Spedali Civili e professore ordinario Università degli Studi di Brescia; Stefano Cò, presidente in carica del Rotary Brescia; Ugo Nichetti, governatore del Rotary.

I tumori della testa e del collo, vale a dire quelli che interessano cavo orale, orofaringe, laringe e ipofarige, sono i settimi per incidenza nel mondo. Un dato purtroppo in continua crescita, si prevede, infatti, che entro il 2030 aumenteranno del 30%. In Italia nel 2020 sono stati registrati 9900 nuovi casi e 4100 decessi e, per quanto relativamente rare, queste patologie rappresentano un pesante problema clinico e sociale per la delicatezza delle funzioni che possono compromettere.

Tra i fattori di rischio che contribuiscono allo sviluppo di queste neoplasie ci sono il fumo, l’assunzione eccessiva di alcol e le infezioni da papillomavirus umano (HPV). Si stima, infatti, che i forti consumatori di tabacco e alcolici abbiano un rischio aumentato di oltre 35 volte di sviluppare un tumore della testa e del collo e che aumenta negli uomini da due a quattro volte. «La prognosi di queste malattie varia molto in base allo stadio in cui vengono diagnosticati – spiega Paolo Bossi, Professore associato di oncologia medica all’Università di Brescia, che lavora presso l’Oncologia Medica degli Spedali Civili-. Se vengono individuati precocemente la sopravvivenza a 5 anni supera l’80%, grazie agli approcci terapeutici di chirurgia o radioterapia o alla loro combinazione. Al contrario, la sopravvivenza crolla fino al 30-40% quando vengono scoperti negli stadi più avanzati».

Come per tutte le neoplasie, quindi, più precoce è la diagnosi, maggiore è la possibilità che l’esito sia favorevole. In questo tipo di tumori si aggiunge, inoltre, la possibilità che insorgano seconde neoplasie, a causa dell’esposizione ai fattori di rischio. Tutte ragioni che rendono sempre più urgente la ricerca di nuovi biomarcatori in grado di predire eventuali ricadute e capaci nello stesso tempo di identificare precocemente la comparsa di recidive o secondi tumori. Individuare il più precocemente possibile una eventuale ripresa della malattia dopo il termine delle terapie, in modo da poterla curare nei tempi più rapidi è una priorità nella ricerca clinica contro i tumori. Ma al di là dell’esame clinico o di quelli radiologici, nella maggior parte dei tumori così come in questi, non esistono altre modalità per identificare una recidiva, purtroppo, però, questi strumenti spesso sono tardivi rispetto alla possibilità di intervenire con cure efficaci.

«L’obiettivo di ‘Identify’ – prosegue Bossi – è proprio quello di riuscire a individuare marcatori biomolecolari dei tumori testa-collo grazie alla cosiddetta ‘biopsia liquida’. Si tratta di un semplice prelievo di sangue e saliva, attraverso cui valutare la presenza di marcatori molecolari, che si sono dimostrati correlati con la prognosi dei pazienti con quLesto tipo di tumori: metilazione genica, miRNA, metaboliti e papillomavirus umano (HPV)».

«Per avere una sanità di eccellenza è fondamentale promuovere la ricerca al letto del paziente – aggiunge Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili -, ed è per questo motivo che ci siamo immediatamente resi conto delle enormi ricadute positive che il progetto Identify avrebbe potuto avere. Per questo non abbiamo esitato ad attivarci per renderlo possibile. Così, quando siamo stati contattati dal Rotary di Brescia che desiderava poter sostenere una delle iniziative della Fondazione, l’abbinamento è stato immediato».

Al progetto, che prevede l’arruolamento di 200 pazienti da oltre 10 centri italiani di riferimento per la cura di neoplasie della testa e del collo, collaborano la ‘Head and Neck Unit’ degli Spedali Civili insieme all’Istituto di medicina molecolare Angelo Nocivelli, all’Università degli studi di Brescia e all’Università degli studi Milano Bicocca. E’, inoltre, prevista una collaborazione internazionale con un gruppo di centri canadesi e statunitensi per lo studio di una nuova metodica di analisi. Quali le applicazioni future? In base ai risultati, previsti nell’arco di 3-5 anni, si potrà dare un profilo di rischio per ciascun paziente e effettuare esami più particolareggiati per identificare e curare al più presto una recidiva o un secondo tumore.

«Grazie ai risultati di questo progetto di ricerca – sottolinea Stefano Cò, presidente in carica del Rotary Brescia – potrà essere possibile identificare in modo precoce una recidiva, quando ancora non vi sono segni o sintomi clinici né evidenze radiologiche. Anche per questo abbiamo condiviso con entusiasmo la proposta sottopostaci da Fondazione Spedali Civili».

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