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Fondazione digitalizza 242 mappe degli Spedali Civili

Si tratta soprattutto di planimetrie e topografie di grandi e grandissime dimensioni di proprietà degli Spedali Civili e custodite all’Archivio di Stato di Brescia.

 

Fra mappe, documenti e pergamene sono centinaia i documenti di proprietà degli Spedali Civili di Brescia custoditi all’interno dell’Archivio di Stato cittadino. Molti sono stati digitalizzati, ma tanti altri, soprattutto quelli di grandi dimensioni non lo erano ancora. Così la Fondazione Spedali Civili ha risposto positivamente alla richiesta di rendere in formato digitale tutto ciò che mancava. «Un primo passaggio era stato fatto in occasione della mostra ‘Tra paura, devozione e scienza’ organizzata per la Capitale della Cultura, dall’Archivio di Stato – spiega Marta Nocivelli, presidente della Fondazione -. In quel caso si era trattato di sole 8 mappe, ma ci si è resi conto di quanto potesse essere utile procedere anche con la digitalizzazione di tutte le altre, come ci aveva chiesto Debora Piroli, la direttrice dell’Archivio». Ad occuparsi della digitalizzazione delle 242 mappe rimanenti è stato uno studio specializzato che, con tutte le attenzioni del caso e sotto la supervisione dei funzionari dell’Archivio, ha prima fotografato, e in alcuni casi ci sono voluti decine di scatti, e poi assemblato le diverse mappe. «Parliamo di documenti che misurano anche 3 metri per 2 e che per questo e per la loro delicatezza, raramente venivano concessi in visione agli studiosi», precisa ancora Nocivelli. Ciò che è custodito in Archivio di Stato non racconta solo la storia degli Spedali Civili fin dalla loro nascita nel 1447 come Ospedale Nuovo Grande, ma anche parte della città. Fra le planimetrie conservate, ad esempio, ci sono tutte quelle relative al convento di San Domenico, prima che venisse mano a mano demolito per rispondere alle necessità dell’ospedale, la cui prima collocazione era proprio al suo interno, in quell’area compresa tra le attuali via Einaudi e via Moretto «Una delle ultime demolizioni – spiega Giuseppe Merlo, archivista e storico dell’arte – risale al 1883 quando furono realizzati i bagni. Ma l’abbattimento complessivo avvenne poi con il piano regolatore del 1960, quando fu raso al suolo tutto e vennero salvati solo i tre chiostri inglobati oggi negli edifici residenziali costruiti in quegli anni». La digitalizzazione di questi materiali, consente agli studiosi di consultare i preziosi manufatti senza pericolo che possano rovinarsi. Fra quelli digitalizzati ci sono anche le tavole preparatorie del Vantini per la realizzazione del monumento (progettato tra il 1847 e il 1855) che svetta sui Ronchi e che i bresciani conoscono come la Tomba del cane, voluto dal ricco commerciante Angelo Bonomini che lasciò in eredità agli Spedali Civili il suo intero patrimonio. «Fra quelle digitalizzate, le 21 mappe della ‘Commenda di Garda’, che datano tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 e che documentano una proprietà che l’ospedale ha alienato negli anni Sessanta – spiega infine Merlo -, sono planimetrie e topografie che hanno dimensioni enormi e che per questa ragione erano praticamente inconsultabili». Ora anche queste mappe sono custodite in appositi contenitori nelle camere blindate e a temperatura e umidità controllate dell’Archivio di Stato, mentre studiosi e ricercatori possono con tutta tranquillità consultare i loro gemelli digitali.

Nella fotografia: Un momento della consegna dell’hard disk contenente le mappe digitalizzate. Da destra: Marta Nocivelli, presidente Fondazione Spedali Civili, Giuseppe Merlo, archivista e storico dell’arte, Debora Piroli, direttrice dell’Archivio di Stato di Brescia.
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Pubblicato il Bilancio Sociale 2023

La pubblicazione del Bilancio Sociale del 2023 è, come ogni anno, l’occasione per descrivere le attività e i fatti salienti vissuti dalla Fondazione Spedali Civili, in modo tale da renderne conto alla comunità, in un’ottica di comunicazione e trasparenza.

Lo schema generale è analogo a quanto pubblicato nei Bilanci Sociali precedenti e i dati economici sono riportati alla fine del documento. Il 2023 è stato l’anno di «Bergamo Brescia Capitale della Cultura», titolo conferito alle due città in segno di solidarietà per le vittime della pandemia da Covid, che ha avuto come obiettivo lo sviluppo delle capacità progettuali delle due città così che la cultura diventasse strumento di creatività, innovazione e sviluppo economico. Anche la Fondazione ha partecipato alla realizzazione di eventi culturali con un progetto di valorizzazione e conservazione della centenaria storia degli Spedali Civili, perché la cultura della salute è un valore da preservare, sia in termini attuali che storici. Siamo convinti, infatti, che gli Spedali Civili siano un patrimonio che le generazioni del passato hanno inteso tramandare, con atti di grande generosità, alle generazioni future e di cui la Fondazione si sente erede e ne raccoglie il testimone.

La ricerca è da sempre il motore di migliori terapie e del sensibile aumento di sopravvivenza in particolare per le malattie oncologiche. I progetti finanziati dalla Fondazione testimoniano l’importanza di quella traslazionale, effettuata al letto del paziente, che agli Spedali Civili è applicata in numerosissimi settori disciplinari con pubblicazioni riconosciute a livello internazionale.

Nelle pagine del bilancio si descrivono i progetti di ricerca finanziati dalla Fondazione. Negli ultimi anni, dopo la costituzione della Fondazione avvenuta nel 2018, il legislatore ha dedicato grande attenzione alla valorizzazione del variegato mondo associativo del Terzo Settore attraverso l’emanazione di decreti legislativi ad hoc che ci hanno indotto a modificare il nostro statuto per adeguarlo alle ultime disposizioni in materia. Sul nostro sito è possibile prendere visione del nuovo statuto.

Va infine ricordato che nel periodo di tempo intercorso dalla sua costituzione, la Fondazione ha già visto susseguirsi alla guida dell’Asst Spedali Civili di Brescia tre direttori generali: il dottor Ezio Belleri, che ne ha fortemente voluto la creazione, il dottor Marco Trivelli, che ha affrontato con grandissima umanità la pandemia da Covid e il dottor Massimo Lombardo che ha vissuto la ristrutturazione di Scala 4.0, padiglione dedicato ai pazienti Covid. Il 21 dicembre 2023 Regione Lombardia ha nominato il quarto nuovo responsabile, il dottor Luigi Cajazzo, che ha preso

effettivamente servizio dal 1° gennaio 2024. Ognuno di loro, in qualità di direttore generale degli Spedali Civili, ha ricoperto, come previsto dal nostro Statuto, l’incarico di Consigliere della Fondazione.

Scarica qui il Bilancio Sociale 2023

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Lascito Morbio: assegnate le due borse di studio

Fondazione Spedali Civili assegna due borse di studio per progetti su melanomi mucosali e Citofluorimetria per Car-T

Sono state assegnate le due borse di studio istituite da Fondazione Spedali Civili grazie al lascito Morbio ricevuto nel 2022. Del valore di 50mila euro ciascuna e di durata biennale, le borse erano indirizzate a professionisti dell’Asst Spedali Civili di Brescia, inclusi medici e ricercatori che lavorano nei presidi di Brescia, Gardone Val Trompia, Montichiari e Ospedale dei Bambini, o ricercatori dell’Università degli Studi di Brescia, convenzionati con l’Asst.

L’assegnazione è stata annunciata in una conferenza stampa che si è svolta nella Sala del Consiglio degli Spedali Civili alla presenza di Marta Nocivelli, presidente della Fondazione, Massimo Lombardo, direttore generale dell’Asst Spedali Civili, Aldo M. Roccaro, direttore del Clinical Trial Center e Studi di Fase I dell’Asst Spedali Civili e componente del Comitato Scientifico dell’Asst Spedali Civili, William Vermi, medico, responsabile Sezione di Biologia molecolare e FISH (Fluorescence In Situ Hybridization) Anatomia Patologica Asst Spedali Civili e docente di Anatomia Patologica, Dipartimento di Medicina Molecolare e Traslazionale, Università degli Studi di Brescia, Marco Chiarini, biologo, responsabile Settore Citofluorimetria, Laboratorio Centrale analisi chimico-cliniche Asst Spedali Civili.

«Il sostegno alla ricerca è fra i nostri scopi prioritari – sottolinea Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili -, perché se nel 2022 sono state poco meno di 391.000 le nuove diagnosi di cancro stimate in Italia, di cui 60.000 in Lombardia, è anche vero che in dieci anni (2010-2020) le persone vive dopo una diagnosi di tumore sono aumentate del 36%. Un risultato raggiunto non solo grazie alle diagnosi precoci, ma anche all’innovazione nelle cure resa possibile dalla costante ricerca. Ecco perchè poter assegnare queste due borse di studio, una in ambito oncologico e l’altra onco-ematologico, intitolate a Valentino Morbio ci rende particolarmente orgogliosi».

«Se oggi abbiamo raggiunto ottimi risultati in termini di cure e di qualità della vita è anche grazie alla ricerca oncologica – sottolinea Massimo Lombardo, direttore generale dell’Asst Spedali Civili -. E che si svolga all’interno delle mura del nostro ospedale è fondamentale perché possano essere applicati sempre più velocemente i principi della medicina traslazionale. Un ponte fra ricerca e terapia che consente di traferire quanto studiato e indagato dalla ricerca alla cura del paziente per migliorarne la prognosi». 

«Il lascito testamentario – spiega ancora Nocivelli – è un gesto semplice, ma di grande valore. Se da un lato affida alla Fondazione che lo riceve una grande responsabilità per la fiducia che il donatore ha riposto nei suoi amministratori, dall’altro consente alla Fondazione di poterlo immediatamente utilizzare a favore di progetti per la ricerca scientifica e il miglioramento delle cure ai pazienti».

Da sinistra: Marta Nocivelli, William Vermi, Rosa Arici, compagna di Valentino Morbio (con la fotografia del donatore), Marco Chiarini, Massimo Lombardo

Un momento della conferenza stampa in Sala Consiglio degli Spedali Civili

I PROGETTI

Caratterizzazione biologica e funzionale di nuove mutazioni somatiche nei melanomi mucosali del tratto sino-nasale
I melanomi mucosali sono neoplasie rare, ma molto aggressive, principalmente localizzate nell’apparato respiratorio e gastro-intestinale. A differenza di quanto accade per i ben noti e studiati melanomi cutanei, di cui rappresentano circa il 5%, non si dispone ad oggi di modelli sperimentali validi per il loro studio, mancando un sistema di stadiazione completo ed efficace. Inoltre la difficoltà nel rilevare le lesioni e il conseguente ritardo nella diagnosi contribuisce a determinare una prognosi peggiore rispetto ai melanomi cutanei. 

Negli ultimi 10 anni William Vermi, in stretta collaborazione con il reparto di Otorinolaringoiatria dell’Asst Spedali Civili di Brescia e con l’Ospedale di Circolo di Varese, è riuscito a generare e caratterizzare linee cellulari da tumori di pazienti affetti da melanoma mucosale del tratto sinu-nasale.

Il progetto finanziato dalla borsa di studio si prefigge di identificare nuovi bersagli terapeutici grazie allo studio dell’assetto molecolare e immunologico. A carattere sperimentale multicentrico vede coinvolti, oltre all’Anatomia Patologica degli Spedali Civili, il laboratorio di Genomica Funzionale dell’Università di Verona e l’Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia.

Le terapie basate sull’utilizzo di CAR-T (acronimo dell’inglese Chimeric Antigen Receptor T cell therapies) rappresentano strategie di ultima generazione, attualmente indicate per alcune forme di linfomi e leucemie, in cui i trattamenti di prima e seconda linea si sono dimostrati inefficaci. Nel complesso, rappresentano una delle più promettenti frontiere in campo onco-ematologico. Esse sono considerate rivoluzionarie grazie alla possibilità di eliminare le cellule tumorali in modo personalizzato, utilizzando i linfociti T del paziente che, opportunamente ingegnerizzati, vengono reinfusi e risultano letali per le cellule tumorali.

Il progetto finanziato dalla borsa di studio ha l’obiettivo di migliorare l’efficacia della terapia CAR-T attraverso una più accurata selezione dei pazienti da trattare e con un più attento monitoraggio della terapia stessa, consentendo un’ottimizzazione della gestione clinica del paziente attraverso l’uso della citofluorimetria, che rappresenta una tecnica di laboratorio cardine nello studio delle terapie CAR-T in ambito onco-ematologico. Consente, infatti, di caratterizzare il percorso terapeutico, dalla diagnosi della malattia al monitoraggio dell’espansione e persistenza delle cellule CAR-T infuse nel paziente, fino alla valutazione della ricostituzione immunologica in fase di remissione.

Lo studio, guidato da Marco Chiarini, responsabile del Settore Citofluorimetria del Laboratorio di Analisi Chimico-cliniche dell’Asst Spedali Civili, verrà svolto in collaborazione con l’Ematologia, l’Onco-ematologia pediatrica e il reparto di Trapianto di midollo osseo adulti dell’Asst Spedali Civili.

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I progetti del lascito Morbio nel TG di Teletutto

I due progetti finanziati da Fondazione grazie al lascito Morbio raccontati nel servizio andato in onda nel telegiornale di Teletutto.

Oltre ai giornalisti della carta stampata (potete trovare gli articoli nella sezione Rassegna Stampa) alla conferenza stampa di presentazione dei due progetti vincitori del bando di Fondazione Spedali Civili, erano presenti anche le telecamere di Teletutto. Il servizio è visibile qui.

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L’11 dicembre concerto di canti natalizi per l’Ospedale dei Bambini

Un concerto di canti natalizi per augurare a tutti Buone Feste. Fondazione Spedali Civili sostiene l’iniziativa dell’Ospedale dei Bambini.

Ambrogio Sparagna e i solisti dell’Orchestra popolare italiana, con la partecipazione dei cori bresciani San Luca, San Faustino, Ancilla Dei e Comunione e Liberazione, saranno i protagonisti della serata di lunedì 11 dicembre al Teatro Sociale di Brescia. Voluto dall’Ospedale dei Bambini e sostenuto da Fondazione Spedali Civili, la serata vuole essere un momento di condivisione e ringraziamento per quanti si prodigano all’interno dell’ospedale che da sempre è un’eccellenza per la cura dei più piccoli.

Il “Concerto in attesa di Santa Lucia” vedrà l’esecuzione delle più celebri arie natalizie di tutto il mondo. L’inizio è previsto alle 20.30 e l’ingresso è gratuito previa prenotazione sul circuito Dice cliccando su questo Link.

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Due Borse di studio per la ricerca in ambito oncologico

Sono quelle istituite da Fondazione Spedali Civili, grazie al lascito Morbio.
50.000 euro il valore di ciascuna per progetti biennali.

Sono poco meno di 391.000 (390.700 per l’esattezza) le nuove diagnosi di cancro stimate in Italia nel 2022, di queste 60.000 interessano la Lombardia. Ad essere più colpiti sono gli uomini (205.000 casi), meno le donne (185.700 casi). Va detto, però, che il tumore della mammella, 55.700 i nuovi casi, è quello registrato con maggiore frequenza, segue quello del colon-retto (48.100), del polmone (43.900) e della prostata (40.500). A dirlo è la dodicesima edizione del censimento condotto da Aiom (Associazione Italiana di Oncologia Medica, Airtum (Associazione Italiana Registri Tumori), Fondazione Aiom, Osservatorio Nazionale Screening e Passi (Progressi delle Aziende Sanitarie per la salute in Italia).
A fronte di questi dati va tuttavia sottolineato che in dieci anni (2010-2020) le persone vive dopo una diagnosi di tumore sono aumentate del 36%. Un risultato raggiunto non solo grazie alle diagnosi precoci, ma anche all’innovazione nelle cure resa possibile dalla costante ricerca.
Ed è grazie a un lascito testamentario ricevuto nel 2022 che Fondazione Spedali Civili ha potuto istituire due borse di studio dedicate proprio alla ricerca in ambito oncologico e/o onco-ematologico. Valentino Morbio, deceduto a causa di una patologia oncologica, e a cui le borse sono intitolate, nel suo testamento ha, infatti, affidato alla Fondazione il compito di devolvere la sua eredità a progetti per lo studio di tumori solidi ed ematologici.
Le Borse, del valore ciascuna di 50mila euro, hanno una durata biennale e sono indirizzate a professionisti dell’Asst Spedali Civili di Brescia, inclusi i medici e i ricercatori che lavorano nei presidi di Brescia, Gardone Val Trompia, Montichiari e Ospedale dei Bambini, o ricercatori dell’Università degli Studi di Brescia, convenzionati con l’Asst.Fra i criteri di valutazione dei progetti che saranno analizzati dalla Fondazione, verranno presi in esame il valore traslazionale e l’impatto clinico, il contributo per l’aumento delle conoscenze in termini di avanzamento dello stato dell’arte nella specifica area di ricerca e di ricaduta sui pazienti, il carattere di innovazione degli studi presentati e l’originalità della metodologia sperimentale proposta.
Le domande dovranno essere inviate entro le 24 del 3 settembre p.v. all’indirizzo: info@fondazionespedalicivili.it.

Scarica qui il bando del concorso.

 

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L’Assemblea dei Soci Partecipanti

Un incontro per scoprire la storia degli Spedali Civili di Brescia. E’ quello che si è svolto all’Archivio di Stato durante l’assemblea dei soci partecipanti della Fondazione Spedali Civili di Brescia

Oltre 200 mappe e centinaia di documenti che raccontano la storia degli Spedali Civili di Brescia sono quelli custoditi all’interno dell’Archivio di Stato. Una preziosa raccolta, che si aggiunge a quella conservata nella biblioteca dell’ospedale cittadino, che può essere consultata da studiosi e appassionati. Si scopre così, ad esempio, che fin dalla sua apertura nel 1447 l’Ospedale Nuovo Grande oltre ad occuparsi dei malati accoglieva neonati e bambini, di cui si prendeva cura insegnando loro un mestiere e provvedendo alla dote per le ragazze.
Sono alcune delle ‘scoperte’ che hanno fatto i soci partecipanti della Fondazione Spedali Civili nella loro assemblea annuale, che si è svolta nei giorni scorsi proprio all’interno dell’Archivio di Stato di Brescia. «Abbiamo voluto immaginare un momento di incontro che non prevedesse solo l’enumerazione dei progetti svolti e di quelli in cantiere – ha spiegato la presidente Marta Nocivelli -, ma che raccontasse anche di quanto il nostro ospedale sia radicato sul territorio e del ruolo fondamentale che svolge da secoli».

Ad illustrare alcuni dei documenti del Fondo degli Spedali Civili sono stati Angelo Brumana, presidente dell’Associazione bibliofili bresciani Bernardino Misinta e Giuseppe Merlo, archivista e storico dell’arte, grazie a Debora Piroli, direttrice dell’Archivio, che ha messo a disposizione la sala. «Al proprio interno – ha illustrato Brumana – l’ospedale prevedeva un servizio di baliatico per l’allattamento dei neonati abbandonati od orfani e, quando, al contrari

o i neonati venivano accolti nelle famiglie delle balie, di cui molto spesso entravano a far parte per sempre, i membri del Consiglio di reggenza dell’ospedale accertavano la moralità di chi se ne faceva carico dall’atto dell’affidamento fino alla loro maggiore età».
«E’ stato davvero interessante scoprire – aggiunge Marta Nocivelli – che, alla metà del ‘500 grazie al legato Giovanni Ducco, morto senza eredi, per sua espressa volontà, dell’ospedale fu istituita una vera e propria scuola con un maestro incaricato di insegnare matematica, latino, teologia e filosofia. Ma anche sapere che durante la pestilenza del 1575-77 l’ospedale, che tra l’altro rappresentava il principale centro economico della città, accolse 390 malati (101 forestieri e 289 bresciani). Già allora l’ospedale bresciano mostrava la vocazione che ne ha fatto oggi un importante centro di cura e ricerca».

Durante l’incontro, al quale ha partecipato fra gli altri il neo vice sindaco di Brescia Federico Manzoni in rappresentanza del Comune fra i soci partecipanti della Fondazione, Giuseppe Merlo ha poi mostrato una pergamena miniata del 1459 la cui parte manoscritta comprende due bolle papali. La più antica (1446) concedeva l’indulgenza plenaria a chi avesse contribuito senza compenso alla costruzione dell’ospedale, la successiva (1458) la concedeva a chi si fosse fatto carico del mantenimento di bambini esposti od orfani allevati all’interno dell’ospedale.
Prima della chiusura dell’incontro i partecipanti hanno, poi, potuto ammirare le tavole preparatorie del Vantini per la realizzazione del monumento (avvenuta poi nel 1860) che svetta sui Ronchi e che i bresciani conoscono come la Tomba del cane, un monumento voluto dal ricco commerciante Angelo Bonomini che lasciò in eredità agli Spedali Civili l’intero suo patrimonio.

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Il bilancio Sociale 2022 della Fondazione

Con il 2022 è partito il secondo triennio della Fondazione Spedali Civili. Il primo progetto, ApotecaChemo, risale al 2019. In questa nuova pubblicazione il resoconto di quanto fatto lo scorso anno e il conto economico.

Sembra passato moltissimo tempo, il Covid ha modificato la percezione del tempo dilatando la durata degli eventi e creando uno spartiacque tra il prima e il dopo pandemia. Durante il Covid le attività della Fondazione sono esplose, generando numerosissimi progetti realizzati negli anni 2020-2021. L’anno appena concluso, invece, è caratterizzato da un ritorno alla normalità pre-Covid sia in termini di progettualità che di attività collaterali.

In questo documento, oltre a descrivere i progetti finanziati nell’anno, abbiamo voluto riportare i risultati scientifici definitivi di studi di ricerca relativi al periodo pandemico che testimoniano l’importanza della comprensione dei fenomeni biologici e immunologici per la cura di malattie causate da virus sconosciuti.

Nel periodo Covid la nostra istituzione ha dimostrato concretamente la vicinanza ai dipendenti dell’ASST Spedali Civili e anche nel 2022 ha accolto favorevolmente l’invito della direzione generale di istituire il progetto di welfare “Asili nido” a beneficio di quelli con basso reddito e figli di età inferiore ai 3 anni. Sono i dipendenti di ASST Spedali Civili che si prendono cura dei pazienti e li accompagnano nel percorso di cura e guarigione fornendo prestazioni a ogni livello, dall’attento e sollecito accudimento dell’igiene della persona all’intervento chirurgico di alta specializzazione. Siamo consapevoli che qualsiasi innovazione tecnologica applicata alla salute è sterile senza l’intervento umano.

Il tema della raccolta fondi è di vitale importanza per una istituzione come la nostra, solo grazie alla generosità di quanti ci supportano possiamo pianificare attività a beneficio degli Spedali Civili.

Dopo l’incredibile ondata di donazioni del periodo pandemico siamo stati profondamente colpiti dal gesto di un benefattore che, con lascito testamentario, ha destinato tutti i suoi beni alla Fondazione Spedali Civili. Abbiamo la responsabilità di adempiere alle sue volontà e onorare la sua memoria per rendere duraturo e significativo il suo atto di amore altruistico, destinato a quanti soffrono di patologia oncologica.

La conferma per il secondo triennio gestionale degli stessi amministratori e revisori è motivo di orgoglio per quanto già realizzato e forte stimolo a proseguire sulla strada intrapresa nel 2019 che riconosce l’importanza del ruolo della Fondazione al fianco degli Spedali Civili.

Scarica qui il documento.

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Presentati i primi tre anni di attività di Fondazione

In Sala Giudici di Palazzo Loggia la presentazione dei primi tre anni di attività della Fondazione. Il Comune di Brescia è socio Partecipante di Fondazione. Marta Nocivelli ha consegnato al sindaco una targa a suggello della preziosa collaborazione.

Marta Nocivelli, presidente di Fondazione Spedali Civili, insieme al sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, e a Donatella Albini, delegata del sindaco per la Sanità, ha presentato il primi tre anni di attività della Fondazione. La conferenza stampa si è svolta nella prestigiosa cornice di sala Giudici a Palazzo Loggia.

«Fondazione Spedali Civili nasce, poco più di tre anni fa, per volontà di quattro fondazioni private (Fondazione Beretta, Fondazione Adele e Cavalier Francesco Lonati, Fondazione Angelo Nocivelli e Fondazione della Comunità Bresciana), da molti anni attive a sostegno della ricerca medica, e degli Spedali Civili. In quel momento nessuno di noi avrebbe potuto immaginare il ruolo fondamentale che avrebbe giocato di lì a pochi mesi». Così Marta Nocivelli esordisce durante la presentazione delle attività del primo triennio di vita della Fondazione Spedali Civili, che si è svolta oggi in Sala Giudici di Palazzo Loggia. «Se il primo importante impegno è stato la raccolta fondi lanciata per dotare gli Spedali Civili di ApotecaChemo, il sistema automatizzato per la preparazione dei farmaci chemioterapici – ha proseguito Nocivelli -, è stato solo con l’emergenza causata dalla pandemia da covid che ci siamo resi conto di quanto la decisione presa sia stata efficace e di grande supporto agli Spedali Civili».

Nel periodo più critico Fondazione ha, infatti, finanziato la realizzazione di 20 posti di terapia intensiva, a cui sono seguiti numerosi altri interventi. L’impegno più importante è stato certamente la ristrutturazione di un padiglione degli Spedali Civili, noto come Scala 4.0, tuttora fondamentale per il trattamento dei pazienti Covid, dove anche oggi sono ricoverati più di 80 pazienti.

«Si è trattato di una realizzazione unica nel suo genere – ha sottolineato ancora Nocivelli – un ospedale nell’ospedale che garantisce non solo le migliori cure per i pazienti, ma che consente di mantenere ‘pulito’ il resto dell’ospedale permettendo in questo modo la prosecuzione della normale attività». Una ristrutturazione possibile anche grazie alla buona volontà e competenza, prestata a titolo gratuito, di alcuni professionisti bresciani e alla cooperativa ‘Per Brescia’, senza i quali non sarebbe stato possibile donare agli Spedali Civili la completa ristrutturazione di Scala 4.0.

Dal 2019 ad oggi la Fondazione Spedali Civili ha raccolto quasi 6 milioni di euro, di cui oltre 5 già utilizzati per 32 diversi progetti.

Consapevole dell’importanza della ricerca, fondamentale per garantire le migliori cure ai pazienti, Fondazione Spedali Civili nei suoi tre anni di vita ha, perciò, finanziato diversi studi, sia legati alla pandemia sia ad altre patologie. «Penso, ad esempio, allo studio CoronAid Iperimmuni, ancora in corso, il cui capofila è il dottor Stefano Casola dell’Isfom di Milano svolto in collaborazione con il professor Raffaele Badolato, direttore della Pediatria dell’Ospedale dei Bambini, e il dottor Camillo Almici – ha proseguito Nocivelli -. Ma anche al progetto ‘Identify’, guidato dalla ‘Head and Neck Unit’ degli Spedali Civili insieme all’Istituto di medicina molecolare Angelo Nocivelli e all’Università degli studi di Brescia per individuare precocemente le recidive dei tumori testa-collo».

Fondazione Spedali Civili ha potuto impegnarsi nelle molte attività intraprese in questi anni sia grazie alle quattro fondazioni private e agli Spedali Civili che l’hanno istituita, sia ai soci Partecipanti fra i quali fin da subito c’è stato il Comune di Brescia, con il sindaco di Brescia Emilio Del Bono per il tramite della sua delegata alle Politiche della sanità, Donatella Albini. «La decisione di Palazzo Loggia di condividere le finalità della Fondazione è stata molto apprezzata dal nostro Consiglio di Amministrazione – ha concluso la presidente di Fondazione Spedali Civili -. Il Comune è sempre stato presente nella vita della Fondazione, anche partecipando con continuità e utili suggerimenti all’assemblea annuale. Un impegno, di cui siamo grati, che ha contribuito a far sì che le iniziative intraprese andassero sempre più nella direzione di sostenere il nostro grande ospedale e i bresciani tutti».

La targa che la presidente Marta Nocivelli ha consegnato al sindaco di Brescia Emilio Del Bono

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Pubblicato il Bilancio Sociale 2021

Per il secondo anno Fondazione pubblica il Bilancio Sociale, relativo al 2021, con i progetti e il bilancio economico dell’anno.

La comunicazione e la puntuale rendicontazione delle attività della Fondazione Spedali Civili sono molto importanti per dare conto a quanti ci hanno sostenuto di come abbiamo utilizzato le risorse che ci sono state donate. La pubblicazione del bilancio sociale si prefigge proprio questo scopo oltre ad essere, speriamo, uno strumento per sensibilizzare i bresciani a trasformare in atti di generosità i sentimenti di vicinanza al loro grande ospedale.

In questi anni abbiamo ricevuto tanti attestati d’affetto, concretizzati in gesti che ci hanno sorpreso più delle aspettative. Davvero molte persone hanno compreso quanto la nostra Fondazione sia uno strumento che contribuisce al miglioramento delle cure offerte nei quattro presidi di Brescia, Montichiari, Gardone Val Trompia e Ospedale dei bambini. La dimostrazione tangibile che gli Spedali Civili possono diventare una componente importante della vita di ciascuno di noi, in particolare nei momenti in cui la salute viene meno, e professionalità e umanità di medici e operatori sanitari diventano un’ancora di salvezza.

Questo documento racconta tutto ciò che la Fondazione ha realizzato nell’anno appena trascorso e, oltre a essere una scelta di trasparenza, è anche un momento di riflessione sul nostro operato.

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Un libro per raccontare Scala 4.0

Perché non si perda traccia del percorso che ha portato alla realizzazione di Scala 4.0, la Fondazione ha deciso di mettere nero su bianco i passaggi più significativi.

Il periodo più buio e difficile della pandemia ha segnato profondamente ognuno di noi. Sono stati mesi dolorosi e complessi durante i quali, fin da subito, gli Spedali Civili si sono interrogati su come poter gestire l’enorme afflusso di pazienti covid, garantendo loro le migliori cure possibili e, nello stesso tempo, proseguire con la consueta accoglienza dei pazienti con altre patologie.
Molte sono state le riflessioni e le ipotesi prima di decidere di procedere con la ristrutturazione di Scala 4, che ora tutti conoscono come Scala 4.0. Un percorso unico e virtuoso che l’Asst Spedali Civili, la miglior società civile e la Fondazione hanno individuato e insieme realizzato per rispondere con efficacia alle necessità di cura generate dalla pandemia.
Per far sì che non vada perduto il percorso articolato e complesso che ha portato alla sua realizzazione, la Fondazione ha deciso di descriverne la storia e i passaggi salienti che hanno portato alla sua piena operatività oltre ad alcune testimonianze che confermano la bontà di quella scelta.
Una volta di più va sottolineato che niente di tutto questo sarebbe stato possibile senza la grande generosità di tutti coloro che hanno contribuito con le loro donazioni a rendere possibile la realizzazione di Scala 4.0.

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Fondazione per l’European Testing Week 17-20 maggio

Fondazione Spedali Civili ha acquistato i kit per l’esecuzione dei test rapidi per Hiv e Hcv eseguiti dal personale sanitario della Clinica di Malattie infettive degli Spedali Civili.

Sono state 213 le persone testate, 206 per il test Hiv e 91 per quello dell’epatite C, in occasione dell’European Testing Week che si è svolta anche a Brescia. La campagna, su iniziativa del Comune di Brescia, si è svolta in forma gratuita e anonima e i test sono stati effettuati dal personale sanitario della Clinica di Malattie infettive, direttamente su un’apposta unità mobile. Insieme ai rappresentanti delle organizzazioni patrocinanti, il personale sanitario ha anche fornito informazioni sulla prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili e sulla possibilità di effettuare il test rapido per HIV ed epatite C in forma. Dal canto suo Fondazione Spedali Civili ha acquistato i kit necessari per lo svolgimento dello screening.

L’iniziativa è stata proposta in modalità itinerante. In particolare, il primo giorno è stato dedicato agli studenti universitari e degli istituti superiori, posizionando un gazebo e due unità mobili per l’effettuazione del test rapido vicino alla fermata metro Europa. Altri due punti sono, poi, stati allestiti quartieri San Polo e Fiumicello, mentre la sera del 20 maggio, insieme all’unità mobile anti-tratta, sono state toccate le zone dell’emarginazione offrendo counseling e test rapidi.

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