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Pagata la retta degli asili nido a 43 dipendenti dell’Asst

Sono stati messi a disposizione 120.000 euro per chi, con Isee inferiore ai 25.000 euro, ha figli fino ai 3 anni che frequentano nidi accreditati

43 dipendenti dell’Asst Spedali Civili beneficiano di un contributo per il pagamento della retta dell’asilo nido dei propri figli, in totale 45 bambini, grazie a Fondazione Spedali Civili, che ha messo a disposizione 120.000 euro a sostegno di quelle famiglie che hanno richiesto un supporto economico. Con questo nuovo progetto di welfare la Fondazione ha voluto, ancora una volta, testimoniare la propria vicinanza agli operatori che tanto si prodigano per i nostri ospedali.
Si tratta di un ulteriore intervento dopo quelli che, nella fase più drammatica della pandemia, avevano previsto il rimborso delle trattenute per mensa e parcheggio per tutti i dipendenti e i pernottamenti per coloro che non avevano la possibilità di rientrare a casa per i lunghi turni di lavoro o per il timore di trasmettere il contagio da covid ai propri famigliari.
A beneficiare del contributo sono i dipendenti dei quattro presidi: Spedali Civili, Ospedale dei bambini, di Montichiari e di Gardone Val Trompia. 
I destinatari del contributo, erogato per ciascun bambino, sono i dipendenti che hanno figli fino ai 3 anni che frequentino un asilo nido accreditato. L’importo è di 3.000 euro complessivi per Isee inferiore ai 15 mila euro e di 2.500 per Isee fra i 15 e i 25 mila euro ed è la Fondazione che si incarica di pagare direttamente le rette mensili di ciascun bambino. Gli asili coinvolti sono 30: 11 in città, uno nella bergamasca e gli altri nel resto della provincia.

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Disregolazione del sistema immunitario

Studio delle malattie da disregolazione del sistema immunitario e sviluppo di terapie personalizzate.

Il progetto è stato sottoposto alla Fondazione Spedali Civili dalla Fondazione Golgi, che lo ha selezionato attraverso un bando di ricerca, per un co-finanziamento al 50%. Con il termine di disregolazione del sistema immunitario ci si riferisce a quelle condizioni che presentano un difetto funzionale delle stesso sistema. Questo difetto si può tradurre in ipofunzione, da cui le immunodeficienze primitive, o in una iperattivazione, da cui le malattie autoinfiammatorie/autoimmuni.

Fino a qualche anno fa si pensava che ipofunzione e iperattivazione identificassero malattie diverse, in realtà i progressi della genetica e della biologia molecolare hanno consentito di avvicinare queste due condizioni apparentemente all’opposto e di dimostrare come lo stesso difetto genetico possa determinare sia una condizione di immunodeficienza che di autoimmunità. Recentemente sono stati identificati alcuni difetti genetici (come PI3K) responsabili dell’iperattivazione del sistema immune, cui fa seguito nel tempo un ‘esaurimento’ del sistema immune stesso.

L’identificazione di questi difetti genetici ha aperto la strada alla possibilità di sviluppare farmaci innovativi capaci di bloccare selettivamente la proteina mutata e quindi spegnere l’iperattivazione evitando così l’impiego di farmaci immunosoppressori che sono gravati da numerosi effetti collaterali. Questa tipologia di terapia specifica e mirata alla proteina mutata fa parte della cosiddetta ‘medicina personalizzata’.

L’obiettivo del progetto è studiare l’efficacia di farmaci sperimentali sul controllo dei sintomi clinici presentati dai pazienti affetti da APDS1.

Lo studio è possibile perché la Clinica Pediatrica dell’Asst Spedali Civili di Brescia è stata riconosciuta a livello europeo come centro di eccellenza per le immunodeficienze, le malattie autoinfiammatorie e quelle autoimmuni e per questa ragione sono numerosi i pazienti, che vi fanno riferimento.

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Il follow-up Estended include anche i pazienti Covid

Il progetto seguirà nel tempo i pazienti che siano stati ricoverati in terapia intensiva per almeo 72 ore

Nel 2014 nasce il Centro di follow-up dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione 2 per accogliere il bisogno di cura dei pazienti dopo il ricovero in terapia intensiva, che abbiano avuto bisogno, per qualsiasi causa, di accesso alla rianimazione per almeno 72 ore, inclusi queli ricoverati per Covid-19 durante la pandemia. L’osservazione del loro stato di salute dopo le dimissioni ha, infatti, evidenziato che spesso sviluppano complicanze nel tempo, che sono del tutto indipendenti dalla causa originale del loro ricovero in terapia intensiva.

Lo spettro di queste complicanze è ampio e include, al minimo, alterazioni in 3 domini: fisico, cognitivo e della salute mentale, che sono caratteristici della sindrome chiamata ‘post-terapia intensiva’ (Post- Intensive Care Syndrome, il cui acronimo è PICS).

La fase valutativa dei pazienti viene svolta a 3, 6, 12, 24 mesi dopo la dimissione e vengono valutati i tre domini sopra ricordati.

La Fondazione Spedali Civili ha deliberato di sostenere il costo dell’estensione del Centro anche ai pazienti colpiti da Covid-19 nella seconda e terza ondata, da ottobre 2020 a maggio 2021, sottoposti a ventilazione non invasiva (NIV, C-PAP) e ricoverati nell’Unità operativa Medicina 2 diretta dalla professoressa Maria Lorenza Muiesan e in quella di Malattie infettive diretta dal professor Francesco Castelli.

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Il progetto Identify per marcatori tumorali

Una ricerca per individuare nel sangue e nella saliva i marcatori che individuano recidive o neo-formazioni dei tumori testa-collo

E’ un progetto dal rilevante valore scientifico finalizzato alla prevenzione dei tumori nel distretto testa-collo per pazienti già operati per tali neoplasie. L’obiettivo è quello di capire, ricercando e validando profili di biomarcatori sia ematici che salivari (sostanze presenti nei liquidi corporei che risultano aumentate in caso di tumore), riuscendo così a intercettare segnali di ripresa della malattia prima che i tradizionali esami radiologici di controllo siano in grado di vederla.

Accelerare i tempi per rendere evidente la ripresa della malattia oncologica consente di anticipare le decisioni cliniche su quali trattamenti farmacologici intraprendere. Coordinatore e investigatore dello studio è il professor Paolo Bossi dell’Oncologia Medica degli Spedali Civili.

Il professor Bossi, oncologo medico, già ricercatore all’Istituto dei Tumori di Milano, ora svolge la sua attività di ricerca agli Spedali Civili e alla Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia. Nel 2016 ha ricevuto il premio dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica per il miglior progetto di management multidisciplinare nel trattamento dei tumori della testa e del collo.

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Rimborso in busta paga per mensa e parcheggio

Per 6.500 dipendenti niente spese per parcheggio e mensa in marzo e aprile 2020

La Fondazione, accogliendo di buon grado la richiesta della Direzione amministrativa degli Spedali Civili, si è fatta carico delle trattenute operate in busta paga relative al contributo per mensa e parcheggio di tutti i dipendenti. Per i mesi di marzo e aprile, quelli in cui l’emergenza sanitaria è stata massima, tutti gli oltre 6.500 dipendenti hanno ricevuto il rimborso delle quote trattenute.

Il contributo ha voluto esprimere riconoscenza nei confronti di tutti i dipendenti che hanno vissuto momenti molto difficili e per l’encomiabile lavoro svolto durante i mesi più problematici della pandemia.

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Welfare personale ospedaliero coinvolto nell’emergenza Covid

Ospitalità alberghiera per i sanitari in tempo di Covid

La Direzione di Spedali Civili ha chiesto alla Fondazione, a partire dalla metà di marzo 2020, di sostenere il costo della permanenza in struttura alberghiera di personale sanitario coinvolto nella cura di pazienti colpiti da Sars-Cov-2. Le motivazioni di questo servizio offerto ai dipendenti, ovviamente senza alcuna loro partecipazione economica, risiedono nella necessità per alcuni di loro di non poter rientrare nel proprio ambiente famigliare in quanto risultati contagiati, ma senza sintomi e quindi disponibili a continuare l’attività lavorativa, oppure operatori con una situazione famigliare di rischio, o anche sanitari che risiedono molto lontano dagli Spedali Civili e che hanno risposto positivamente a una chiamata straordinaria in servizio.

La struttura che ha ospitato i sanitari è la “Residenza Marcolini” in via Grazzine, 14 a Brescia. La struttura che ha, invece, ospitato i sanitari di Gardone Val Trompia è il B&B “Casa di Pongo” di Gardone Val Trompia.

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Campagna straordinaria donazione sangue

Una campagna per rispondere alla carenza di sangue

Il sangue è un bene deperibile, che ha una durata massima di 42 giorni, da un lato è quindi necessario essere certi di non sprecarne, ma dall’altro è fondamentale avere a disposizione le corrette riserve. Il lockdown aveva praticamente bloccato i consueti appuntamenti, ma la necessità di sangue, nei mesi di maggio, giugno e luglio tornava ad essere pressante. La Fondazione ha consentito all’Avis provinciale,
 in coordinamento con il servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale degli Spedali Civili, di rispondere alla carenza di sangue. Grazie al suo sostegno economico si è potuto contattare i donatori, aumentare il numero di operatori sanitari e mettere in atto tutte le misure di prevenzione perché le donazioni potessero avvenire in totale sicurezza.

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Accompagnamento dimessi Covid con Kit monouso

Presidi monouso per pauci-sintomatici ricoverati al Centro pastorale Paolo VI

La Fondazione ha commissionato alla ditta Sanitars di Flero un kit che è stato distribuito ai pazienti dimessi dagli Spedali Civili composto da: 2 lenzuola, 2 federe, 2 salviette grandi, 2 piccole, 3 mascherine, 6 teli, il kit è stato corredato da istruzioni di corretto comportamento per soggetti pauci-infetti. I presidi monouso sono stati utilizzanti in due modalità: sono stati consegnati ai pazienti dimessi dagli Spedali Civili e sono stati forniti al Centro pastorale Paolo VI, dove numerosi pazienti guariti, ma ancora positivi sono stati ospitati prima del rientro a casa. Nel mese di marzo, infatti, gli Spedali Civili hanno sottoscritto un accordo con la Curia per il trasferimento al Centro pastorale Paolo VI di Brescia, dove le cure infermieristiche sono state garantite dal Corpo delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana di Brescia, dei pazienti clinicamente guariti, ma con persistenza della capacità infettiva e non in grado di tornare al proprio domicilio. Le prime consegne sono avvenute con le dimissioni del periodo pasquale. Il materiale era ecologico, biodegradabile ed è stato particolarmente apprezzato. Da un lato, quindi, i presidi sono serviti a quei pazienti guariti e perciò dimessi, ma ancora positivi, che grazie al kit non sono stati veicolo di infezione, anche con la propria biancheria, per i famigliari; dall’altro le forniture al Centro pastorale Paolo VI hanno sollevato l’Asst Spedali Civili dal costo per la fornitura della biancheria.

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Donazione di una centrifuga per il Laboratorio centrale

Una centrifuga per far fronte alle tante richieste

Grazie ad una erogazione liberale finalizzata effettuata dal Lions Club Colli Morenici la Fondazione ha acquistato una centrifuga da banco refrigerata che è stata donata al Laboratorio centrale di analisi degli Spedali Civili per aumentarne la dotazione strumentale, in un periodo in cui si è registrato un enorme sovraccarico di esami da eseguire nel più breve tempo possibile.

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Donazione di 2 dermoscopi «Fotofinder dermoscope Vexia»

Questi dermoscopi permettono di fare diagnosi di tumori della pelle in sicurezza

Sono stati donati per permettere le diagnosi di tumori alla pelle anche in situazioni di rischio di contagio per infezione da Coronavirus. La diagnosi, infatti, con questa nuova tipologia di strumentazione avviene senza rischio per i pazienti e per gli operatori sanitari.

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Donazione di 2 ecografi per visite a casa

Gli ecografi portatili consentono di effettuare controlli a casa delle gestanti

I Consultori familiari, eseguiti a domicilio in epoca Covid, sono servizi di frontiera a bassa soglia, difficilmente paragonabili agli ambulatori divisionali o ad altri servizi, con possibilità di accesso diretto (non mediato da altri professionisti) e largamente utilizzati da fasce di popolazione fragili soprattutto per le problematiche connesse alla gravidanza. Spesso le operatrici/gli operatori si trovano a dover prendere decisioni, non avendo a disposizione strumenti tecnologici, sulla base di valutazioni esclusivamente cliniche e anamnestiche. Inoltre, nei casi in cui sia necessario sottoporre le gravide a un esame ecografico, trovano non poche difficoltà ad assicurare accessi rapidi ai servizi preposti. Gli ecografi portatili consentono di effettuare l’esame come supporto alla visita ostetrica, finalizzato alla ricerca di elementi diagnostici che possono essere utilizzati a completamento del controllo clinico. Alcuni contributi della letteratura hanno evidenziato che la valutazione ecografica effettuata nei casi di emergenze ostetriche al momento della valutazione clinica può ridurre il ricorso al ricovero e genera un miglioramento dell’outcome. Il fatto di poter utilizzare durante la valutazione clinica, sia la semiotica, sia il supporto ecografico laddove necessario, rappresenta per l’ambito ostetrico un’opportunità a vantaggio delle donne, soprattutto di quelle appartenenti alla fascia di popolazione a maggior rischio.

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Donazione attrezzature presidio Montichiari

Le donazioni per l’ospedale di Montichiari

A partire dalla seconda metà di marzo 2020 un autonomo movimento di generosità è nato dalla Banca di Credito Cooperativo del Garda che su un conto corrente intestato alla Fondazione ha fatto affluire le erogazioni liberali del territorio monteclarense, destinandole al presidio ospedaliero di Montichiari. Tutte le forniture per Montichiari sono state acquistate direttamente dalla Fondazione.

Da questa generosità sono nate 3 linee di intervento:

1. Forniture per emergenza sanitaria da Covid

2. Forniture per blocco operatorio

3. Forniture per UOC Medicina generale

1. Su indicazione della Direzione sanitaria del presidio si è provveduto a veloci forniture destinate all’emergenza; in particolare sono state acquistate migliaia di mascherine FFP2, un migliaio di maschere per ventilazione CPAP, saturimetri, monitor, una sonda ecografica e una cappa a flusso laminare per il laboratorio di analisi.

2. La criticità era data dagli arredi e dalle attrezzature di complemento del blocco operatorio che risultavano vetuste. Sono stati perciò riarredati i locali delle pre-sale, dell’interno sala e della sala pre-anestesia. E’ stata sostituita la lavaferri indispensabile per la sterilizzazione degli strumenti. E’ stata installata una nuova colonna artroscopica per la Sala Ortopedia e Traumatologia. 

3. Per poter migliorare e mantenere la qualità dell’attività dell’UOC di Medicina generale era necessario rinnovare i locali dedicati e implementare la dotazione con l’acquisizione di nuovi arredi. In particolare è stata creata una nuova organizzazione dei locali di lavoro condivisi (box medici-infermieri) rispettosi delle necessità di distanziamento sociale.

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