Il progetto seguirà nel tempo i pazienti che siano stati ricoverati in terapia intensiva per almeo 72 ore
Nel 2014 nasce il Centro di follow-up dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione 2 per accogliere il bisogno di cura dei pazienti dopo il ricovero in terapia intensiva, che abbiano avuto bisogno, per qualsiasi causa, di accesso alla rianimazione per almeno 72 ore, inclusi queli ricoverati per Covid-19 durante la pandemia. L’osservazione del loro stato di salute dopo le dimissioni ha, infatti, evidenziato che spesso sviluppano complicanze nel tempo, che sono del tutto indipendenti dalla causa originale del loro ricovero in terapia intensiva.
Lo spettro di queste complicanze è ampio e include, al minimo, alterazioni in 3 domini: fisico, cognitivo e della salute mentale, che sono caratteristici della sindrome chiamata ‘post-terapia intensiva’ (Post- Intensive Care Syndrome, il cui acronimo è PICS).
La fase valutativa dei pazienti viene svolta a 3, 6, 12, 24 mesi dopo la dimissione e vengono valutati i tre domini sopra ricordati.
La Fondazione Spedali Civili ha deliberato di sostenere il costo dell’estensione del Centro anche ai pazienti colpiti da Covid-19 nella seconda e terza ondata, da ottobre 2020 a maggio 2021, sottoposti a ventilazione non invasiva (NIV, C-PAP) e ricoverati nell’Unità operativa Medicina 2 diretta dalla professoressa Maria Lorenza Muiesan e in quella di Malattie infettive diretta dal professor Francesco Castelli.