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Attività sanitarie

Disregolazione del sistema immunitario

Studio delle malattie da disregolazione del sistema immunitario e sviluppo di terapie personalizzate.

Il progetto è stato sottoposto alla Fondazione Spedali Civili dalla Fondazione Golgi, che lo ha selezionato attraverso un bando di ricerca, per un co-finanziamento al 50%. Con il termine di disregolazione del sistema immunitario ci si riferisce a quelle condizioni che presentano un difetto funzionale delle stesso sistema. Questo difetto si può tradurre in ipofunzione, da cui le immunodeficienze primitive, o in una iperattivazione, da cui le malattie autoinfiammatorie/autoimmuni.

Fino a qualche anno fa si pensava che ipofunzione e iperattivazione identificassero malattie diverse, in realtà i progressi della genetica e della biologia molecolare hanno consentito di avvicinare queste due condizioni apparentemente all’opposto e di dimostrare come lo stesso difetto genetico possa determinare sia una condizione di immunodeficienza che di autoimmunità. Recentemente sono stati identificati alcuni difetti genetici (come PI3K) responsabili dell’iperattivazione del sistema immune, cui fa seguito nel tempo un ‘esaurimento’ del sistema immune stesso.

L’identificazione di questi difetti genetici ha aperto la strada alla possibilità di sviluppare farmaci innovativi capaci di bloccare selettivamente la proteina mutata e quindi spegnere l’iperattivazione evitando così l’impiego di farmaci immunosoppressori che sono gravati da numerosi effetti collaterali. Questa tipologia di terapia specifica e mirata alla proteina mutata fa parte della cosiddetta ‘medicina personalizzata’.

L’obiettivo del progetto è studiare l’efficacia di farmaci sperimentali sul controllo dei sintomi clinici presentati dai pazienti affetti da APDS1.

Lo studio è possibile perché la Clinica Pediatrica dell’Asst Spedali Civili di Brescia è stata riconosciuta a livello europeo come centro di eccellenza per le immunodeficienze, le malattie autoinfiammatorie e quelle autoimmuni e per questa ragione sono numerosi i pazienti, che vi fanno riferimento.

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Il follow-up Estended include anche i pazienti Covid

Il progetto seguirà nel tempo i pazienti che siano stati ricoverati in terapia intensiva per almeo 72 ore

Nel 2014 nasce il Centro di follow-up dell’Unità operativa di Anestesia e Rianimazione 2 per accogliere il bisogno di cura dei pazienti dopo il ricovero in terapia intensiva, che abbiano avuto bisogno, per qualsiasi causa, di accesso alla rianimazione per almeno 72 ore, inclusi queli ricoverati per Covid-19 durante la pandemia. L’osservazione del loro stato di salute dopo le dimissioni ha, infatti, evidenziato che spesso sviluppano complicanze nel tempo, che sono del tutto indipendenti dalla causa originale del loro ricovero in terapia intensiva.

Lo spettro di queste complicanze è ampio e include, al minimo, alterazioni in 3 domini: fisico, cognitivo e della salute mentale, che sono caratteristici della sindrome chiamata ‘post-terapia intensiva’ (Post- Intensive Care Syndrome, il cui acronimo è PICS).

La fase valutativa dei pazienti viene svolta a 3, 6, 12, 24 mesi dopo la dimissione e vengono valutati i tre domini sopra ricordati.

La Fondazione Spedali Civili ha deliberato di sostenere il costo dell’estensione del Centro anche ai pazienti colpiti da Covid-19 nella seconda e terza ondata, da ottobre 2020 a maggio 2021, sottoposti a ventilazione non invasiva (NIV, C-PAP) e ricoverati nell’Unità operativa Medicina 2 diretta dalla professoressa Maria Lorenza Muiesan e in quella di Malattie infettive diretta dal professor Francesco Castelli.

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Il progetto Identify per marcatori tumorali

Una ricerca per individuare nel sangue e nella saliva i marcatori che individuano recidive o neo-formazioni dei tumori testa-collo

E’ un progetto dal rilevante valore scientifico finalizzato alla prevenzione dei tumori nel distretto testa-collo per pazienti già operati per tali neoplasie. L’obiettivo è quello di capire, ricercando e validando profili di biomarcatori sia ematici che salivari (sostanze presenti nei liquidi corporei che risultano aumentate in caso di tumore), riuscendo così a intercettare segnali di ripresa della malattia prima che i tradizionali esami radiologici di controllo siano in grado di vederla.

Accelerare i tempi per rendere evidente la ripresa della malattia oncologica consente di anticipare le decisioni cliniche su quali trattamenti farmacologici intraprendere. Coordinatore e investigatore dello studio è il professor Paolo Bossi dell’Oncologia Medica degli Spedali Civili.

Il professor Bossi, oncologo medico, già ricercatore all’Istituto dei Tumori di Milano, ora svolge la sua attività di ricerca agli Spedali Civili e alla Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia. Nel 2016 ha ricevuto il premio dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica per il miglior progetto di management multidisciplinare nel trattamento dei tumori della testa e del collo.

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Donazione di una centrifuga per il Laboratorio centrale

Una centrifuga per far fronte alle tante richieste

Grazie ad una erogazione liberale finalizzata effettuata dal Lions Club Colli Morenici la Fondazione ha acquistato una centrifuga da banco refrigerata che è stata donata al Laboratorio centrale di analisi degli Spedali Civili per aumentarne la dotazione strumentale, in un periodo in cui si è registrato un enorme sovraccarico di esami da eseguire nel più breve tempo possibile.

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Donazione di 2 dermoscopi «Fotofinder dermoscope Vexia»

Questi dermoscopi permettono di fare diagnosi di tumori della pelle in sicurezza

Sono stati donati per permettere le diagnosi di tumori alla pelle anche in situazioni di rischio di contagio per infezione da Coronavirus. La diagnosi, infatti, con questa nuova tipologia di strumentazione avviene senza rischio per i pazienti e per gli operatori sanitari.

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Donazione di 2 ecografi per visite a casa

Gli ecografi portatili consentono di effettuare controlli a casa delle gestanti

I Consultori familiari, eseguiti a domicilio in epoca Covid, sono servizi di frontiera a bassa soglia, difficilmente paragonabili agli ambulatori divisionali o ad altri servizi, con possibilità di accesso diretto (non mediato da altri professionisti) e largamente utilizzati da fasce di popolazione fragili soprattutto per le problematiche connesse alla gravidanza. Spesso le operatrici/gli operatori si trovano a dover prendere decisioni, non avendo a disposizione strumenti tecnologici, sulla base di valutazioni esclusivamente cliniche e anamnestiche. Inoltre, nei casi in cui sia necessario sottoporre le gravide a un esame ecografico, trovano non poche difficoltà ad assicurare accessi rapidi ai servizi preposti. Gli ecografi portatili consentono di effettuare l’esame come supporto alla visita ostetrica, finalizzato alla ricerca di elementi diagnostici che possono essere utilizzati a completamento del controllo clinico. Alcuni contributi della letteratura hanno evidenziato che la valutazione ecografica effettuata nei casi di emergenze ostetriche al momento della valutazione clinica può ridurre il ricorso al ricovero e genera un miglioramento dell’outcome. Il fatto di poter utilizzare durante la valutazione clinica, sia la semiotica, sia il supporto ecografico laddove necessario, rappresenta per l’ambito ostetrico un’opportunità a vantaggio delle donne, soprattutto di quelle appartenenti alla fascia di popolazione a maggior rischio.

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Donazione attrezzature presidio Montichiari

Le donazioni per l’ospedale di Montichiari

A partire dalla seconda metà di marzo 2020 un autonomo movimento di generosità è nato dalla Banca di Credito Cooperativo del Garda che su un conto corrente intestato alla Fondazione ha fatto affluire le erogazioni liberali del territorio monteclarense, destinandole al presidio ospedaliero di Montichiari. Tutte le forniture per Montichiari sono state acquistate direttamente dalla Fondazione.

Da questa generosità sono nate 3 linee di intervento:

1. Forniture per emergenza sanitaria da Covid

2. Forniture per blocco operatorio

3. Forniture per UOC Medicina generale

1. Su indicazione della Direzione sanitaria del presidio si è provveduto a veloci forniture destinate all’emergenza; in particolare sono state acquistate migliaia di mascherine FFP2, un migliaio di maschere per ventilazione CPAP, saturimetri, monitor, una sonda ecografica e una cappa a flusso laminare per il laboratorio di analisi.

2. La criticità era data dagli arredi e dalle attrezzature di complemento del blocco operatorio che risultavano vetuste. Sono stati perciò riarredati i locali delle pre-sale, dell’interno sala e della sala pre-anestesia. E’ stata sostituita la lavaferri indispensabile per la sterilizzazione degli strumenti. E’ stata installata una nuova colonna artroscopica per la Sala Ortopedia e Traumatologia. 

3. Per poter migliorare e mantenere la qualità dell’attività dell’UOC di Medicina generale era necessario rinnovare i locali dedicati e implementare la dotazione con l’acquisizione di nuovi arredi. In particolare è stata creata una nuova organizzazione dei locali di lavoro condivisi (box medici-infermieri) rispettosi delle necessità di distanziamento sociale.

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Gli effetti del Sars-CoV-2 sull’endotelio

Il virus colpisce anche il tessuto endoteliale, una ricerca ne studia i meccanismi

E’ partito lo studio per verificare la possibilità di usare particolari farmaci per inibire uno degli effetti più pericolosi dell’infezione da Sars-Cov-2, l’infiammazione del tessuto endoteliale, che riveste tutti i vasi dell’organismo umano. La ricerca è condotta dall’Asst Spedali Civili di Brescia in collaborazione con l’Università di Brescia, l’Università di Verona e Ifom (Istituto Firc di Oncologia molecolare), principal investigator è Camillo Almici, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’Asst Spedali Civili. L’obiettivo è capire i meccanismi fisiopatologici studiando le caratteristiche biologiche e molecolari delle cellule endoteliali che circolano nel sangue dei pazienti e di quelle che partecipano alla formazione dei vasi sanguigni (progenitori endoteliali) per testare potenziali trattamenti così da ripristinare la corretta funzionalità endoteliale. Le cellule endoteliali circolanti rappresentano una rara sottopopolazione cellulare presente nel sangue periferico, in condizioni normali queste si staccano dalla parete dei vasi per essere sostituite da nuove cellule. Il distacco può avvenire, però, anche come conseguenza di un danno vascolare che è ciò che accade nei pazienti malati di Covid-19, come è stato dimostrato da recenti studi. Il progetto analizzerà e conterà le cellule dei pazienti malati di Covid-19, dal loro studio in colture in vitro sarà possibile valutare quale sia il loro comportamento nella formazione di nuovi vasi comparandolo con l’analoga attività di soggetti sani. Sarà anche possibile verificare la loro risposta ai trattamenti che verranno testati. Se i risultati saranno quelli attesi sarà possibile aprire un nuovo fronte di interventi contro il Covid-19.

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Si studiano le aritmie collegate al Covid

E’ in corso lo studio per determinare le aritmie in pazienti che hanno avuto il Covid

«1000 ritmi del cuore» è uno studio il cui primo obiettivo è la determinazione della prevalenza di aritmie sintomatiche e asintomatiche nei pazienti dimessi dalla cardiologia colpiti da Covid-9. Ulteriori Obiettivi sono poi la stima dei pazienti con fibrillazione atriale non riconosciuta e la caratterizzazione completa di tutte le aritmie cardiache che potrebbero essere rilevate durante il monitoraggio. Coordinatore dell’indagine è il professor Antonio Curnis, responsabile del laboratorio di Elettrofisiologia degli Spedali Civili. Per questo progetto Fondazione Spedali Civili ha acquistato un consistente numero di dispositivi Holter che, a differenza di quelli consueti, sono in grado di misurare, nelle 24 ore, anche pressione sanguigna e apnee notturne. Il RootiCare, questo il nome dell’apparecchiatura, presenta, inoltre, altri vantaggi: ridotte dimensioni (2×6 centimetri) e nessuna necessità di elettrodi collegati a cavi, si posiziona semplicemente sul torace con due piccoli adesivi. Oltre ai risultati dell’Holter si dà la possibilità ad un certo gruppo di persone di essere richiamate in ospedale per essere sottoposte ad un monitoraggio che diventa una sorta di follow up della malattia Sars-Cov-2.

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CoronAID-Iperimmuni per i geni immunoglobulinici

Creare la più estesa libreria oggi disponibile di geni immunoglobulinici è l’obiettivo dello studio

Il progetto CoronAId-Iperimmuni ha l’obiettivo di generare la più estesa libreria oggi disponibile di geni immunoglobulinici diretti contro il virus SARS-CoV2 ottenuta da linfociti B di donatori di plasma iperimmune, che sono selezionati dai convalescenti da infezione con SARS-CoV2. La tesi che sta alla base della ricerca è che, una volta sintetizzati, questi anticorpi potrebbero essere replicati in grandi quantità in laboratorio ed eventualmente infusi nei malati, così da ‘aiutare’ il sistema immunitario a combattere l’infezione. Guidato da Stefano Casola, principal investigator di Ifom (Istituto FIRC di Oncologia Molecolare) e fra i maggiori esperti internazionali nello studio dei linfociti B, il progetto vede la stretta collaborazione con gli Spedali Civili e l’Università di Brescia. Nel team ci sono, infatti, Camillo Almici, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’Asst Spedali Civili, e Raffaele Badolato, direttore della Scuola di specializzazione di Pediatria dell’Università di Brescia ed esperto di studi delle basi cellulari dei difetti immunitari di pazienti con immunodeficienze congenite.

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20 posti letto di terapia intensiva

Grazie alle donazioni ricevute siamo stati in grado di offrire agli Spedali Civili nuovi letti di terapia intensiva

Durante la prima e più critica fase dell’emergenza determinata dalla pandemia del virus Sars-Cov2 è stata finanziata la realizzazione di 20 posti di terapia intensiva, in 3 diversi reparti degli Spedali Civili. Sono state inoltre acquistate una serie di apparecchiature: 1 centrifuga per il laboratorio di diagnostica ospedaliera; 2 dermoscopi che consentono di visualizzare su schermo la pelle del paziente mantenendo la giusta distanza di sicurezza anti-Covid; e per l’ospedale di Montichiari: 1 cappa a flusso laminare per il laboratorio di analisi, 2 monitor, 5 pulsossimetri, 1 sonda cardiologica, 500 maschere respiratorie.

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Un robot per preparare farmaci

Si chiama APOTECAchemo ed è un processo automatizzato che consente di migliorare tracciabilità e precisione

Fondazione Spedali Civili grazie al sostegno di UBI Banca e di Confindustria Brescia ha dotato la Farmacia centrale dell’Asst Spedali Civili di un sistema robotizzato, APOTECAchemo, che ha automatizzato il processo di preparazione dei farmaci per la chemioterapia, migliorando la tracciabilità, la precisione e la sicurezza delle operazioni.

Il macchinario gestisce l’allestimento dei farmaci antiblastici per pazienti oncologici adulti e pediatrici degli Spedali Civili e degli ospedali dei Bambini, di Gardone Val Trompia e Montichiari. Il sistema è in grado di pesare i principi attivi e le soluzioni, ricostituendo farmaci in polvere. Tutto il processo è automatizzato: riconoscimento dei prodotti, pesatura, lettura dei codici a barre ed etichettatura.

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