Il virus colpisce anche il tessuto endoteliale, una ricerca ne studia i meccanismi
E’ partito lo studio per verificare la possibilità di usare particolari farmaci per inibire uno degli effetti più pericolosi dell’infezione da Sars-Cov-2, l’infiammazione del tessuto endoteliale, che riveste tutti i vasi dell’organismo umano. La ricerca è condotta dall’Asst Spedali Civili di Brescia in collaborazione con l’Università di Brescia, l’Università di Verona e Ifom (Istituto Firc di Oncologia molecolare), principal investigator è Camillo Almici, direttore del Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’Asst Spedali Civili. L’obiettivo è capire i meccanismi fisiopatologici studiando le caratteristiche biologiche e molecolari delle cellule endoteliali che circolano nel sangue dei pazienti e di quelle che partecipano alla formazione dei vasi sanguigni (progenitori endoteliali) per testare potenziali trattamenti così da ripristinare la corretta funzionalità endoteliale. Le cellule endoteliali circolanti rappresentano una rara sottopopolazione cellulare presente nel sangue periferico, in condizioni normali queste si staccano dalla parete dei vasi per essere sostituite da nuove cellule. Il distacco può avvenire, però, anche come conseguenza di un danno vascolare che è ciò che accade nei pazienti malati di Covid-19, come è stato dimostrato da recenti studi. Il progetto analizzerà e conterà le cellule dei pazienti malati di Covid-19, dal loro studio in colture in vitro sarà possibile valutare quale sia il loro comportamento nella formazione di nuovi vasi comparandolo con l’analoga attività di soggetti sani. Sarà anche possibile verificare la loro risposta ai trattamenti che verranno testati. Se i risultati saranno quelli attesi sarà possibile aprire un nuovo fronte di interventi contro il Covid-19.