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Arriva al MO.CA la mostra «La cura in uno sguardo»

Dopo essere stati esposti nella Galleria dei quadri degli Spedali Civili l’installazione è stata inaugurata al Centro per le nuove culture di via Moretto a Brescia

Esprimersi con gli occhi, quando ogni altra parte del corpo è coperta da tute, mascherine, visiere che non consentono di comunicare se non attraverso uno sguardo. Proprio negli sguardi dei tanti infermieri, medici, operatori che si sono prodigati senza sosta nei mesi più duri dell’epidemia di Covid-19, è racchiusa l’essenza del ‘prendersi cura’. Una sola inquadratura moltiplicata per i volti di tanti operatori sanitari … 16 scatti, dove a parlare sono le espressioni degli occhi, più eloquenti di molte parole.
«Sono stati mesi molto difficili, che hanno segnato e cambiato le persone. Ci siamo accorti di quanto fosse importante la nostra presenza per i malati, isolati e che non potevano parlare con nessuno, spesso sedati, intubati o con ventilatori meccanici – ricorda Giuseppe Milesi, cardiologo dell’Asst Spedali Civili e per passione fotografo – da questo è nata la richiesta ai miei colleghi di guardare nell’obiettivo pensando ai pazienti di cui si prendevano cura».

La mostra, che è stata inaugurata venerdì 25 al MO.CA – Centro per le nuove culture (via Moretto 78 Brescia) alla presenza di Marta Nocivelli, presidente Fondazione Spedali Civili, Giuseppe Milesi, cardiologo Asst Spedali Civili, Anna Gussoni, referente MO.CA per Brescia Infrastrutture, è stata allestita grazie al contributo di Fondazione Spedali Civili. «La Fondazione ha lo scopo di raccogliere fondi per realizzare progetti che garantiscano un’assistenza sanitaria di eccellenza e migliorino il livello delle cure dedicate ai pazienti, facendo da tramite tra la generosità dei cittadini e l’Asst Spedali Civili – ricorda la presidente della Fondazione, Marta Nocivelli -. Attraverso la presentazione di questi scatti la Fondazione ha voluto testimoniare un messaggio di vicinanza a tutti gli operatori che si impegnano quotidianamente per la salute della collettività. Perciò abbiamo scelto di sostenere questo progetto artistico: lo sguardo dei professionisti, attraverso quello di un collega».