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Raccolta straordinaria di sangue grazie a Fondazione Spedali Civili Brescia

Chiamate dirette ai donatori, incremento degli operatori sanitari, valutazione di nuovi donatori. Con un contributo di 70mila euro la Fondazione ha consentito all’Avis provinciale,
 in coordinamento con il Servizio Immuno-trasfusionale del Civile, di rispondere alla carenza di sangue.

650 unità di sangue intero raccolte a Brescia, 470 quelle arrivate dalle unità di raccolta di 7 paesi della provincia (Barghe, Gardone VT, Quinzano, Urago, Rodengo Saiano, Calvisano e Adro) in aggiunta alle consuete donazioni. Sono alcuni dei numeri delle sedute organizzate nelle ultime settimane dall’Avis Provinciale di Brescia per la raccolta di sangue, grazie a un contributo (70 mila euro) arrivato dalla Fondazione Spedali Civili Brescia, presieduta da Marta Nocivelli. Il Servizio di Immunoematologia e Medicina trasfusionale dell’ASST Spedali Civili, diretto da Camillo Almici, che è centro di lavorazione e validazione per l’intera provincia di Brescia, tratta ogni anno tra le 35mila e le 40mila unità di sangue intero. Anche se con la pandemia si sono ridotte drasticamente tutte la attività chirurgiche di routine e perfino le trasfusioni per chi ha cronicamente bisogno di sangue, verso l’inizio di aprile le scorte hanno cominciato a scarseggiare per la parziale ripresa delle attività chirurgiche, la richiesta di sangue anche per i pazienti Covid e, in parallelo, il drastico calo delle donazioni. «Occorre precisare – sottolinea Almici -, che non c’è mai stato alcun rischio per la garanzia del necessario supporto trasfusionale ai pazienti, ma era obbligatorio incrementare le nostre scorte di unità a disposizione. Va detto che il sangue è un bene deperibile, che ha una durata massima di 42 giorni, quindi da un lato dobbiamo sempre essere certi di non sprecarne, ma dall’altro è fondamentale avere a disposizione le corrette riserve». Da qui la necessità di incrementare la raccolta. «Il lockdown aveva praticamente bloccato i consueti appuntamenti, ma la necessità di sangue tornava ad essere pressante. Così quando siamo stati interpellati dall’Avis provinciale – ricorda Marta Nocivelli – la Fondazione ha subito accolto la sua richiesta di aiuto. Occorreva contattare i donatori, aumentare il numero di operatori sanitari e mettere in atto tutte le misure di prevenzione perché le donazioni potessero avvenire in totale sicurezza». Grazie al sostegno economico di Fondazione Spedali Civili Brescia, dunque, l’Avis ha così potuto partire con una serie di azioni. «Dall’11 maggio il nostro personale – spiega Gabriele Pagliarini, presidente dell’Avis bresciana – si occupa di effettuare direttamente le chiamate ai donatori dell’hinterland, anche basandosi sul bisogno di diversi gruppi sanguinei. Stiamo, poi, organizzando numerose sedute per la valutazione di nuovi donatori o per la ripetizione di esami, interventi che, sebbene non abbiano ricadute immediate, ci permetteranno nei prossimi mesi di allargare la base dei donatori disponibili». Sette le sedute organizzate (Brescia, Quinzano, Adro, Barghe, Gardone VT, Rodengo Saiano e Bagolino) che hanno permesso di sottoporre all’esame di idoneità ben 427 persone. I prossimi appuntamenti per gli aspiranti donatori, sempre in fascia serale dalle 17 alle 20, sono: a Brescia (25 giugno e 1 luglio), a Calvisano (25 giugno) e a Travagliato (1 luglio). Proseguono anche le chiamate dirette ai donatori, con sistema di prenotazione, in accordo con il Simt degli Spedali Civili. «La costante collaborazione con l’Avis – conclude Almici – ci consente di programmare le donazioni in base alle reali necessità di un bene così prezioso, la cui raccolta è possibile grazie alla generosità di tanti nostri concittadini».